In questo momento storico per l’occidente, per l’Europa e per l’Italia, stiamo vivendo molte emergenze sociali. Di alcune se ne parla (NOTAV, Equitalia) mentre di altre, a nostro avviso più gravi, non se ne fa cenno alcuno. Per citare solo un esempio: ogni giorno oltre 600 famiglie italiane vengono sfrattate e buttate in mezzo a una strada (lo scorso anno il numero delle famiglie italiane sfrattate ogni giorno ammontava a 200) e questo rappresenta una grave emergenza sociale [Link] , ma nessuno ne parla.
In sostanza abbiamo, volgarmente parlando, molti “problemi”, ma esiste un “problema dei problemi”: la divisione e la frammentazione tra i cittadini rispetto alle emergenze comuni a tutti (NOTAV, Equitalia, Affitti, Sfratti etc). Siamo obbiettivamente divisi da ideologie politiche, da demagogie che non dovrebbero nemmeno appartenere alla nostra causa.
In TV, in generale nei media, per ogni nostro grave problema vengono messi in scena e programmati articolati dibattiti sulle ragioni del SI e le ragioni del NO. Ma questo è il gioco del regime nel quale, nostro malgrado, viviamo! Non deve diventare il nostro gioco. Eppure siamo vittime, seppure inconsapevoli, nel momento in cui ci sentiamo indirettamente chiamati a prendere parte a uno dei due schieramenti. Il nostro schieramento, quello del popolo, ha un intento univoco: il bene comune, dove i problemi del paese sono di tutti; TAV, Equitalia, Insostenibilità degli affitti, Sfratti, Sgomberi coatti, Sovranità monetaria, Diritto alla casa, Reddito minimo di cittadinanza, Rifiuti in Campania e molto altro ancora.
Nel grande film della demagogia di regime i grandi attori e le grandi attrici sono tutte quelle etichette che esistono solo e soltanto perché siamo noi che diamo loro vita e sarà così sino a quando non capiremo tutti insieme che i media di regime non devono contare più nella sfera di informazione dei cittadini. Basta con il parlare e con il dare voce a queste “etichette di sistema”. Parlare male di un politico o di un personaggio dello spettacolo significa prima di tutto riconoscerne l’esistenza, riconoscere che ha voce in capitolo e non sempre chi legge i commenti negativi si schiera dalla parte che noi crediamo o che a noi sembra scontata e dettata dal buon senso; spesso accade il contrario e diamo lo spunto a chi ci legge di farsi un’idea su di un personaggio di cui prima, magari, ne ignorava l’esistenza. La “pubblicità” sortisce anche di questi effetti indesiderati.
Ci vorrà ancora del tempo perché anche l’Italia riesca a conquistare la libertà di informazione. Già qualche giornale di regime sta correndo spudoratamente ai ripari per far fronte a questa irreversibile fase di disaffezione. L’informazione vera, non pilotata e non censurata, la dobbiamo fare noi. Il popolo è il più grande organo informativo che si possa immaginare. Noi cittadini possiamo contare su centinaia di migliaia di webcam e telecamere mobili, account e canali su youtube, facebook, twitter e blog… E’ necessario insistere e ancora insistere.
Spegniamo e facciamo spegnere la TV, non leggiamo e non facciamo leggere i giornali. Che diventi pure luogo comune che l’informazione vera e libera si trovi solo in rete… si può fare.
Il 6 di Giugno pubblicammo un articolo che affrontava il risvolto sociale di cui sopra, dalla prospettiva del referendum del 12/13 dello stesso mese. Oggi alcuni dei nostri lettori ci hanno fatto notare come l’articolo in questione sia molto più attuale ora di quanto non lo fosse un mese fa. Per questo, a seguito del prezioso suggerimento, abbiamo deciso di riproporvene la lettura.
Referendum. Le ragioni del SI, le ragioni del NO e le ragioni del POPOLO SOVRANO
Che sia un invito alla riflessione per tutti e spunto per l’abbandono di schieramenti artificialmente contrapposti, sperando in una nuova coscienza sociale dove i problemi dei cittadini non vengano discriminati, ma affrontati tutti con il medesimo impegno, con la medesima attenzione, con il medesimo scopo.
Un buon cittadino ha il dovere di informarsi e di conoscere tutte le emergenze sociali che attanagliano il suo paese e i suoi concittadini.
Un solidale saluto popolare a tutti!
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Da Twitter il tam-tam della Rivoluzione. Diamole voce per tutti noi!
IO SO E MI DISSOCIO. [AGGIORNATO]
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29 luglio 2011 a 03:50
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