Eccoci insieme per il quarto appuntamento con lo spazio settimanale ORA PARLO IO, dedicato agli articoli dei lettori.
Come sapete ci siamo spesso occupati di cancro dal punto di vista scientifico e delle varie implicazioni con la politica e l’economia, soprattutto per quel che riguarda le finanze delle industrie farmaceutiche. E’ quantomeno doveroso parlarne in un mondo dove una persona su tre è destinata ad ammalarsi di tumore nella vita e in alcune regioni del sud Italia come la Basilicata si registrano percentuali maggiori, ben del 50%, ovvero una persona su due.
Questa settimana apriremo un nuovo fronte di denunce di carattere più umano, più personale e se vogliamo più importante. Da oggi ci occuperemo di dare voce ai malati di cancro e scopriremo insieme che la malattia e le relative conseguenze sulla salute e sulla vita quotidiana non rappresentano l’unico nemico da affrontare. Stiamo parlando di mobbing sul lavoro, di “ironia”, di emarginazione sociale e spesso da parte degli stessi familiari.
Per istinto ognuno di noi crede di essere speciale, ognuno di noi è atavicamente convinto di rappresentare il bene e che il male dimori al di fuori. Mobbing e ironia nei confronti di una ammalato di cancro? Ma quale mostro può fare questo? La risposta, per quanto a primo impatto inaccettabile è NOI. Questa risposta rimane valida sino a che qualcuno non dimostri che in questo video non sono presenti esseri umani, a partire dai “protagonisti” per finire con gli assai divertiti astanti. Guardate e leggete sino in fondo.
La folla incita la protagonista a iniziare la sua performance con un “che ti venga un cancro” e questo è accaduto poco tempo prima che Oriana Fallaci morisse di quella malattia che come gli affezionati ricordano lei chiamava nei suoi ultimi scritti “l’alieno”. Li potevamo esserci noi. Si può deridere una persona ammalata di cancro beffeggiandone la voce consumata dalle metastasi alla gola? Si. Inoltre quel giorno in cui è stato documentato questo episodio era presente anche Dario Fo, premio Nobel, quindi non dovrebbe essere una questione di intelligenza.
E’ questo che siamo diventati ed è inutile nascondersi in ragionamenti individuali perchè oltre ad essere immaturo è anche irresponsabile.
Dobbiamo invece assumerci la responsabilità di ciò che siamo diventati (o ci hanno fatti diventare) come collettività e intraprendere insieme questo cammino di grave denuncia di carattere sanitario, istituzionale, politico e soprattutto umano.
——————————————————————————————————————
Mi chiamo Rosa Mannetta e sono una malata di cancro in follow-up da tre anni.
Ho affrontato la chemioterapia a bersaglio molecolare e dopo cure devastanti, sono qua a raccontare situazioni inenarrabili.
Sono oggetto di mobbing e ironia sul lavoro… insegno lingua italiana agli stranieri. Assumo dei farmaci che mi rendono stanca, con una notevole astenia e spesso mi devo assentare, con la decurtazione dello stipendio, come tutti i dipendenti pubblici.
Ciò mi succede perchè le commissioni mediche non mi hanno riconosciuto l’art. 33 della legge 104 del 1992 e ho solo l’art. 21, cioè non sono sottoposta a trasferimenti.
Sono la portavoce di tanti miei amici malati di cancro e mi hanno detto che devo segnalare la situazione dell’abbandono in cui viviamo, della dignità negata, dei pregiudizi espressi e non, della mancanza di affetto tra i parenti.
Io in prima linea affermo che vivo nell’indifferenza dei miei famiiliari, dei parenti, cognati, cugini…. è come se non esistessi!!!
E’ da tempo che descrivo questa situazione, ma sono una voce che muore nel deserto delle coscienze, delle sensibilità inermi.
Noi malati sopravvissuti, siamo dei naufraghi in balia del vento, su una zattera improbabile.
Siamo in un periodo di grande crisi istituzionale, ma noi non possiamo essere cittadini di un Paese che non considera le nostre rivendicazioni.
Forse ho sbagliato a sottopormi a 8 cicli di chemioterapia e a 40 sedute di radioterapia….forse avrei dovuto far sottoscrivere il mio nome su una lapide. Chissa’…..
Rosa Mannetta – Avellino
Altri articoli che ti potrebbero interessare:
17 novembre 2011 a 12:34
Prendere coscienza che esistono persone in grado di deridere una persona malata è un vero orrore…..
Bisognerebbe riflettere e capire che quello che stiamo vivendo, causato dalla crisi ha diverse radici e sicuramente non è solo quella economica.
17 novembre 2011 a 14:40
….già…prendere coscienza che nei tribunali il malato oncologico non è affatto tutelato, è ancora peggio però!
21 novembre 2011 a 02:53
Grazie mille! Ottimo materiale!
28 novembre 2011 a 03:05
Grazie mille! Ottimo materiale!