Alcuni giorni fa ho letto la notizia di una trentaquattrenne che è deceduta (Valeria Lembo – NDR) perchè le sono stati somministrati 90 milligrammi di vinblastina al posto dei 9 previsti per curare una forma di linfoma.
Il tutto è avvenuto presso il policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo. Non desidero polemizzare e criticare le strutture del sud, ma ribadire che ciò che ho scritto in precedenza non sono fantasie.
Questo caso mi fa riflettere ed è vera la mia supposizione che i pazienti vengono scelti. Nel senso che bisogna essere colti e con spirito burlone! Non posso fare accuse specifiche, ma sospetto che chi è “bella, simpatica, colta, decisa” abbia più possibilità umane. I medici con me hanno un rapporto diretto perchè quando ero in ospedale, nel reparto oncologico, avevo dei libri da leggere e tra i tanti, quello sulla “mafia bianca” e le situazioni in Sicilia: quando hanno saputo che insegnavo, mi hanno proposto un “tentativo” per bloccare le metastasi… io pronta, ho accettato. E’ andata bene e poteva non andare…
E’ vergognoso che nel nostro Paese accadano simili episodi. Sono sopravvissuta al tumore, esisto e sono stata fortunata ad essere stata curata in modo eccellente, ma ho la sensazione di aver condotto un gioco macabro con la vita.
E alla casta questa considerazione non tange. Alla casta se muore una giovane donna, ma cosa può importare? Alla casta se io non mi reggo in piedi, se qualche malato ha bisogno di cure può riguardare? No, no e no. Questi politici vogliono i nostri voti e con questo razzismo praticato e consolidato, hanno il coraggio di pretendere il potere?
E’ vergognoso, che queste persone dall’animo infingardo si pongano alla guida di un popolo.
Nicola Abbagnano ha detto che “il vivere è espressione dell’idea della vita” e quindi la vita va affrontata con dignità. Il mio rifugio è la filosofia che ogni giorno mi purifica l’anima. La casta non sa che il cancro uccide.
Il tempo
Sono io dopo tempo… Gli occhi sorridono dopo il buio, il baratro. Sono io…. ma chi sono? Ho perso, ho vinto e ho di nuovo perso il gioco di questa vita bella che respiro, che desidero. Niente è come prima.Rosa Mannetta
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13 gennaio 2012 a 10:04
Voglio uscire dalla paura: mi fanno pressioni che devo smetterla di parlare! Non mi ha fermato il cancro e non mi fermo piu’. Sto dando fastidio in alcuni ambienti, in alcune pseudo associazioni di volontariato. Ci sono delle associazioni anticancro che fanno parte dello sfruttamento dei proventi statali……Per fortuna non tutte. Altre si dedicano sul serio ai non abbienti, ai pazienti che non si possono permettere l’acquisto di una parrucca. Rosa Mannetta
13 gennaio 2012 a 10:46
Ciao Rosa, volevo ringraziarti per il lavoro che stai svolgendo su un argomento che ha mille sfaccettature.
Il cancro, infatti, non è solo una malattia neoplastica, ma è un sistema sociale, politico, farmaceutico, industriale e molto altro ancora.
Liliana
13 gennaio 2012 a 11:18
Condivido cara Liliana. Sostenetemi perchè la battaglia è lunga. Non bisogna fermarsi di fronte ai commenti negativi. Grazie, sei una persona splendida. Ciao e buona giornata. Rosa Mannetta.
14 gennaio 2012 a 14:55
“La realtà che supera la fantasia” Il 30 luglio scorso mi trovavo in spiaggia e mi sono tranciata di netto il dito anulare nella sdraio. Ho recuperato il moncone nella sabbia e sono andata al pronto soccorso di Termoli e lì mi hanno diagnosticato che bisognava amputare il dito. Non vi erano possibilità diverse…anzi il dirigente del reparto mi ha dato un bracciale con l’effige di S. padre Pio e mi ha consigliato di andare al policlinico di Bari. Verso le ore 19,00 ho telefonato al centralino e la dottoressa di turno, mi ha ordinato di raggiungere Bari, attraverso l’adriatica e alle 23,30 mi avrebbero operato con urgenza. Sono giunta al policlinico prima di mezzanotte e mi hanno riposizionato il dito con un intervento locale. Il dottore Emilio Vollono mi ha detto che era stato fatto un tentativo e poi sono stata ricoverata per cinque giorni. Il mese di agosto l’ho trascorso, viaggiando ogni 2 giorni per effettuare le medicazioni al policlinico stesso. Ora, ho recuperato il dito ed anche la funzionalità. Emilio è diventato un grande amico e desidero segnalare la professionalità di tutto il reparto di chirurgia ricostruttiva del policlinico di Bari. Nel nostro Paese esistono dei centri di eccellenza e non tutto è da criticare…..ci sono anche dei casi in cui la sanità non funziona….ma occorre evidenziare la perizia e l’umanità quando sono stupefacenti. Nella mia città, il reparto di oncologia è un centro di ricerca di eccellenza e il professore che lo dirige è uno scienziato di fama mondiale. I medici hanno sempre avuto un rapporto diretto e sincero con me…..cosa dire? I pregiudizi superano la cultura e voglio ringraziare la redazione di “pensare liberi news” che mi ha dato la possibilità di esprimere il mio “modus vivendi”. Rosa
11 febbraio 2012 a 13:31
Reblogged this on Fabio Argiolas.
12 febbraio 2012 a 14:24
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.