A quanto pare, in un mio recente editoriale, ero stato troppo ottimista prevedendo il raggiungimento della pressione fiscale al 55% per il prossimo autunno. Il buon Monti e la sua squadra di grassatori si sono dimostrati lungimiranti e indefessi lavoratori, il 55% ce lo hanno regalato con circa sei mesi di anticipo.
La situazione economica italiana è una delle peggiori d’Europa, ma con la furbizia e gli artifici da prestigiatore d’avanspettacolo, il governo riesce a dare l’immagine di un’Italia impegnata in una lotta di ripresa, dura ma necessaria, criticata ma fattivamente accettata da tutti. Balle!!!
In realtà il paese è stato scaraventato in una situazione economica tragica, lo schiacciasassi del fisco passa su tutto e tutti insensibile alle grida di dolore che si levano alte. I media sono loro complici dando poco, o nulla, risalto ad episodi altamente significativi dello stato di fatto in cui ci troviamo. Il suicidio di numerosi imprenditori travolti dalla crisi e dissanguati da un fisco ottuso unitamente ad analoghi episodi che vedono protagonisti lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro, viene sottaciuto o scarsamente evidenziato, vengono messi in atto tutti gli espedienti per distrarre l’opinione pubblica dai tragici eventi, notizie di gossip o di nessuna valenza sociale vengono portate all’onore della cronaca come fossero grandi scoop giornalistici mentre tragici episodi di grave malessere sociale sono solo accennati.
Se analizziamo la manovra messa in atto dal Sig. Monti, anche volendo escludere le misure prese per favorire la sua casta, chiunque può rendersi conto dell’inutilità dei provvedimenti adottati.
Non occorre essere grandi economisti, del resto gli economisti non schierati politicamente hanno bocciato come assurda e dannosa la manovra economica in atto, per rendersi conto che tutti i provvedimenti adottati vanno esattamente nella direzione opposta da quella che dichiarano di perseguire. Il buon senso ci porta ritenere errato gravare di altri debiti, privare di ulteriori risorse una persona in crisi finanziaria, la cosa giusta è di dargli la possibilità di riprendersi, magari alleggerendo il carico e concedendo dilazioni. Lo sanno anche gli usurai, i più spregevoli individui, che, a meno di non perseguire un piano di diversa natura, di fronte a gravi difficoltà delle loro vittime allentano la presa quel tanto che basta perché questa possa riprendersi e ritornare a pagare.
Lo Stato, dunque, si sta comportando peggio di uno strozzino, sta spremendo denaro da contribuenti economicamente stremati e psicologicamente minati nell’obbiettività da una perdurante recessione economica.
Una manovra finanziari fatta di “Rapina” non serve a nulla, fare cassa scippando il denaro dalle tasche già vuote di un popolo sofferente non potrà mai, e dico mai, portare ad una ripresa economica. Spremere brutalmente il contribuente serve solo a dare l’impressione, fasulla, che le cose vanno meglio e che l’Italia ha intenzione di mettere ordine nei propri conti. Non ci crede nessuno e tanto meno gli osservatori economici della UE. E’ scontato che sottraendo ossigeno ad un morente se ne accelera solo la fine.
E’ alla portata della comprensione di tutti che i provvedimenti da prendere, per perseguire una ripresa economica a medio – lungo termine è di abbassare il carico fiscale sulle imprese e sui cittadini, agevolare l’accesso al credito di tali soggetti, combattere il diffondersi del panico e ridare l’avvio ai consumi. Certo i tempi si dilatano di molti, occorre avere pazienza e sperare che tutto vada bene, ma sicuramente le probabilità di riuscita sono infinitamente più alte, anzi realmente realizzabili e non apparentemente funzionali. Già quasi tremila anni fa il legislatore ateniese Solone per superare un periodo di crisi economica adottò il provvedimento drastico della remissione del debito sia verso privati che verso le istituzioni, ciò gli causò molti nemici ma risolse i problemi e diede l’avvio ad un lungo periodo di benessere.
Oggi un provvedimento del genere sarebbe risolutivo, una commissione che esaminasse la situazione debitoria, su richiesta del soggetto in difficoltà, e stabilisse se le condizioni per cancellare, del tutto o in parte, il debito siano realmente utili sarebbe sicuramente più auspicabile di una società inquisitoria e delinquenziale quale è l’attuale Equitalia. Eppure l’Italia è un paese catto-cristiano, i politici sono gran frequentatori di chiese e spesso la loro carriera è iniziata proprio leccando il culo ai prelati, se non erro essi pregano biascicando:” Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimetteremo ai nostri debitori”. Forse sarebbe il caso di cambiare in:” I nostri debiti li colmiamo rubando ed ai nostri debitori strappiamo anche la pelle”.
Ma all’attuale classe dirigente non importa nulla della sofferenza del popolo, non sono toccati dallo slittamento verso la povertà e l’indigenza di strati di popolazione che già era in bilico. L’oligarchia dominante non ha orecchie per ascoltare le sofferenze, arroccati nei loro castelli fatti di privilegi e smodati lussi non sentono l’odore della fame che giunge dalle strade.
Gli Italiani temono, giustamente, l’uso della violenza come argomento di affermazione politica, ma quando ti hanno privato di tutto il possibile ed ancora pretendono, quando ti costringono ad ignorare la fame che ti rumoreggia in corpo, quando non puoi guardare in faccia i tuoi figli perché non sei riuscito a procurare qualcosa da mangiare, ribellarsi è ancora un errore? E’ peccato punire duramente chi si ingozza mentre i tuoi figli rischiano di morire d’inedia? La violenza è sempre da rifuggire o è piuttosto l’ultima possibilità per far sentire la propria voce?
Forse chi si rifiuta di ascoltare l’umile che questua per poter sopravvivere drizzerà le orecchie al clangore delle armi.
La lotta per la sopravvivenza non è un diritto ma un dovere, battersi non per se stessi ma per il bene dei propri simili è il più nobile degli atti.
SIC SEMPER TIRANNIS (così periscano sempre i tiranni), Bruto nell’atto di sferrare la pugnalata decisiva a Cesare.
Luigi Orsino
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2 aprile 2012 a 08:44
L’Italia è incredibile, riesce pure a negare l’evidenza, è maestra in questo, in quanto agli italiani, non ho parole, neppure commenti, non resta che piangere!!!
2 aprile 2012 a 12:22
Scusate la schiettezza ma….il popolo dov’è? Lo stesso popolo italiano che qualche secolo fa, di fronte ad un altro Monti, aveva reagito linciandolo ad ombrellate, dov’è???
Se gli italiani non sanno fare altro che lamentarsi, siamo messi male e abbiamo perso la nostra forza, c’è poco da dire!
2 aprile 2012 a 14:48
pur condividendo in pieno, mi domando: ma che cosa in concreto possono fare gli italiani? (beh, ammesso di trovarne) perchè è vero, rimango basita ad ogni telegiornale, (e in casa mia si ascoltano tutti) e le informazioni più oneste me le danno gli sgommati! ma io mi dico e adesso che faccio? prendo il forcone ( e visto che sono un agricoltore anche la zappa, l’ascia, e la motosega)? e poi?
2 aprile 2012 a 14:55
Cosa può fare un popolo se si unisce? Una volta c’era la rivoluzione violenta, ora se tutto il popolo si unisse si potrebbe arrivare ad azioni di rivoluzione pacifica, fatta di tanti piccoli gesti quotidiani, che porterebbero a modificare tante cose nel nostro paese. Non scordiamoci, infatti, che rivoluzionare non è solo un cambiare l’alto, ma anche il basso. Qui si deve capire che è il basso che deve cambiare. Un esempio: ci rimpinzano la testa di cacchiate sull’utilità dei piccoli comuni, quando la legge stabilisce che il numero minimo di abitanti per comune dovrebbe essere di 10.000 abitanto (o 8.000, non ricordo bene) eppure abbiamo comuni molto più piccoli e sindaci e giunte ci illudono che questo sia necessario per la migliore gestione, quando sarebbe sufficiente mettere degli uffici comunali aperti al pubblico in determinati giorni e avere due o tre dipendenti che girano questi durante la settimana (per non parlare del fatto che, con internet, uno può fare anche richieste online). Ma la manipolazione fatta da queste persone INTERESSATE ci spinge a credere che servano, quando eliminandoli si risparmierebbero molti soldi (meno spese = meno tasse si spera), ma nessuno ancora si muove per eliminare questi sprechi!
Questo è solo un esempio per dire che se non siamo noi a volere un vero cambiamento, chi è a Montecitorio farà sempre ciò che i suoi interessi gli suggeriranno!