Quando ci si ammala, il problema diventa del singolo e gli altri credono che la malattia non possa mai aggredirli. In questo errore sono caduta anch’io: fino ad oltre 40 anni, sono stata in ottima salute ed ero orgogliosa di averla, di ostentare una figura palestrata, di seguire i canoni di bellezza televisivi.
E poi? E poi nel 2007, al mare ho scoperto per caso un nodulo che tre mesi prima, negli accertamenti diagnostici, non esisteva. Stavo facendo la doccia e mi sono preoccupata per questo nodulo infiammato e mobile. Speravo di non avere dentro di me “la bestia”, ma sono tornata urgentemente in città e il cancro mi è stato diagnosticato!! Rabbia, orrore, panico, disperazione…quando ho saputo il tutto, non ero in grado di vivere.
Gli amici si sono allontanati, i colleghi e le colleghe hanno iniziato ad evitarmi: quando avevo la parrucca ero un’aliena su un pianeta sconosciuto. Il 28 settembre 2007 sono stata operata e il 12 ottobre ho subito la dissezione ascellare per i linfonodi in metastasi. La mattina che ho parlato con l’oncologo è stata terribile: le cure sarebbero state invasive, lunghe e dure. L’esito? Improbabile e incerto. Avrei affrontato un viaggio di sola andata…il ritorno sarebbe stato impossibile. Non avevo possibilità umane diverse. Ho affrontato 4 cicli di chemioterapia di ciclofosfamide, la chemio “rossa”, quella da protocollo, la più terrificante. Dopo ho dovuto sopportare la chemio ormonale e molecolare, quella che va a ricostruire le molecole del DNA. Inoltre ho affrontato 40 sedute di radioterapia. In pratica, il 13 giugno del 2008, ho terminato le cure. Mi sono sentita spaesata e la mia vita è cambiata. Chi sono oggi? Oggi combatto una battaglia enorme, cruenta, profonda: rivendico i diritti negati del malato di cancro, il fatto che non sia riconosciuta la stanchezza cronica che quando assale, rende il malato inerte. Non si è creduti tra le persone che ci circondano, sul lavoro non si è creduti, gli amici possono annoiarsi…… Mi impongo di fare tante attività, ma poi la stanchezza mi travolge e sono costretta a fermarmi.
Ho parlato con i miei compagni di avventura e concordano con ciò che rivelo. Mi hanno spronato a raccontare i sintomi della “fatigue”, la stanchezza che appare quando meno si desidera; mi hanno invitato a raccontare che si sentono abbandonati. Perchè io? Perchè ho la dose di coraggio, perchè ho superato l’omertà, perchè prima che la recidiva mi annienti, le cose devono cambiare. Camus scriveva che ” il tempo scorre in attimi da cogliere per vivere, per avere un senso…” ed io il senso lo riscopro nella solidarietà umana.
1 gennaio 2013 a 15:35
ciao non dubitavo che tu fossi più forte del tuomale.Il male è cruento specie per chi vive la vita affrontandola senza esitazioni.Non pensare all’esito perchè nella vita vi è sempre una pausa.E’ umano che le patrologie creano dei fossati perchè ognuno vuol vivere sempre comunicando la vita ignorando le tempeste.Anche io subisco delle pause ma ho imaprato ad andare comunque avanti perchè l’alternativa è una sola arrendersi a chi? in definitiva a noi stessu.I problemi rumangono in noi ,quindi,accendere la potenza del combattimento ciao alfredo
2 gennaio 2013 a 09:16
Caro lettore, il suo commento mi fa capire che devo continuare a lottare. In questi giorni di feste, ho avuto dei pensieri contraddittori: volevo lasciar perdere perchè tutto poteva essere inutile. Ora, stamane, so che voi tutti, chi mi segue e chi mi può contestare, in ogni caso, mi spronate a non mollare. E’ una promessa: sarò ancora qua. Seneca diceva ” il tempo presente ci appartiene e dobbiamo usarlo ” ed io che dovevo morire nel 2007, non posso sprecare il tempo che ho oggi, nel 2013…….Auguro un buon 2013, a tutti i lettori ed ai redattori.
Rosa Mannetta redazione “Pensare Liberi”
2 gennaio 2013 a 18:23
Grazie
2 febbraio 2013 a 10:59
Grazie x la tua testimonianza, sono nelle tue stesse condizioni……… Parliamone di più siamo un esercito di malati oncologici, attacchiamo quelli che speculano su di noi, come il cancro……. ROBY
2 febbraio 2013 a 18:32
Roberta, non mi ringraziare. Diffondi il mio messaggio e se siamo un esercito, fatevi sentire. Aiutatemi, insieme, possiamo fare tanto. Ho contattato le associazioni anticancro e non mi HANNO ASCOLTATO. Roberta, scrivimi all’indirizzo di “Pensare Liberi”, alla sezione “contatti con i redattori”. Rosa Mannetta Redazione “Pensare Liberi News”