E noi attendiamo le prossime elezioni…In Grecia cosa succede? Noi in Europa siamo occupati a sapere quale sarà l’esito del voto italiano. La guerra tra i vari schieramenti è iniziata. Nel frattempo le dimissioni del Pontefice hanno sconvolto gli scenari del panorama mondiale. In Grecia, sembra che si ritorni al tempo della dittatura dei colonnelli dal 1967 al 1974: ho visto le foto dei ragazzi torturati e sono raccapriccianti. Come si può rimanere indifferenti? E noi siamo invasi dallo scandalo di Finmeccanica, dal caso del Monte dei Paschi di Siena, dalle tangenti che si spargono come parole “al vento”. E se c’è un complotto per abbattere la Grecia? E se la Merkel avrà un vantaggio enorme nell’affondamento della Grecia? Sospetto, sospetto, sospetto. I tedeschi di oggi, non sono diversi da quelli dell’ultimo conflitto mondiale. I venti di razzismo e di nazionalismo sono sempre impetuosi. Baudelaire scriveva che”la speranza sbatte contro i muri” e noi accettiamo tutto…perchè andremo al voto?
I suoi occhi
Mi sono persa,
non ho interrogato i suoi occhi..
non ho visto il suo viso
corro
cado
e sono nella penombra.
Dov’è la luce?
Rosa Mannetta
14 febbraio 2013 a 12:04
Prima di scrivere, io mi documento. Su ilfattoqutidiano.it, Barbara Collevecchio, ha scritto un articolo sulla Grecia. Le notizie sono preoccupanti. Noi in Italia dovremo andare al voto……
Rosa Mannetta
20 febbraio 2013 a 14:32
Sempre sul Fatto Quotidiano, trovate un altro articolo:
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Solo che questo oltre a raccontare la crisi greca fa anche capire A COSA SERVE la crisi greca.
La Grecia è semplicemente un grande esperimento di “ingegneria sociale”: una pianificata operazione di ritorno al medioevo, con impoverimento di una intera popolazione, allo scopo di offrire un nuovo bacino di lavoro a basso costo al sistema delle multinazionali occidentali.
L’esperimento consiste nel vedere fino a quanto ci si può spingere nella riduzione in miseria assoluta un’intera nazione.
Dal punto di vista delle plutocrazie mondiali, dei poteri forti e delle elité si può dire che l’esperimento sta riuscendo molto bene.
Dal nostro punto di vista, di persone del popolo, è naturalmente l’opposto, perché se l’esperimento si concluderà positivamente (ovvero se il popolo greco accetterà senza colpo ferire di confluire nel terzo mondo) le oligarchie passeranno al punto successivo: come ampliare la scala dell’esperimento per renderlo applicabile anche a nazioni “grandi” come Italia e Spagna.
Io per mia natura aborro la violenza in ogni sua forma, tuttavia, davanti alla prospettiva che aspetta il popolo greco e poi anche noi stessi, dico che un cambiamento fortemente traumatico (ma veramente traumatico) della realtà greca sarebbe auspicabile.
Soprattutto che possa emergere un governo che decida unilateralmente di azzerare il debito pubblico, e di nazionalizzare tutte le imprese, le banche e gli interessi europei in terra greca, anche se tutto ciò genererebbe una forte perturbazione finanziaria in tutta Europa che certamente farebbe sentire i suoi effetti negativi anche qui da noi.
Se tutto ciò accadesse il messaggio che arriverebbe ai “potenti” sarebbe un “stiamo bene attenti, perché se poi il popolo-bue si INCAZZA veramente con i nostri giochini rischiamo non solo i soldi ma anche la pelle”.
Temo che solo questo ci può salvare dal passo successivo alla crisi greca (la crisi spagnola?)
20 febbraio 2013 a 14:35
Il link all’articolo che nel post precedente non è apparso (spero stavolta si veda):
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/13/grecia-multinazionali-fanno-affari-ma-tagliano-stipendi-e-indennita/496224