La cultura di un Paese si misura da come è organizzata la scuola. Il premier toscano parla della scuola, ma… dell’edilizia scolastica. Non accenna alla riqualificazione della stessa. Riqualificare la scuola è un’impresa impressionante. Negli ultimi tempi sono stati immessi, dirigenti scolastici “capricciosi”, nel senso che alcuni di loro, denigrano alcuni insegnanti. Alcuni docenti, poi, sono anche l’esercito di quelli che non sono preparati: sono diventati di ruolo tra precariato, leggi speciali e periodi storici, giusti. Il quadro è avvilente. Tra la fine degli anni ottanta e novanta, sono stati reclutati insegnanti che oggi, lasciano a desiderare per quanto riguarda la didattica. E se ritorno sui dirigenti scolastici, dico che se sono donne, è una catastrofe. Perché? Le donne al potere, sono delle arpie. Al contrario, gli uomini come dirigenti, sono più flessibili. Preciso che non tutte sono rigide, ma quelle che lo sono, rendono la vita nella scuola, intollerabile. In questo contesto, ognuno può affermare che “chiudersi nell’aula e fare il proprio lavoro”, sia la soluzione più idonea. Non è così. Si andrà avanti e non si innoverà nulla. Perché si deve essere sempre negativi? In questo paese, non ci sarà mai il cambiamento? Non saremo mai liberi? Non siamo liberi. Cesare Luporini scriveva che “l’uomo vive per l’esistenza, per evolversi…” e noi, che facciamo? Noi saremo nell’aberrazione italica, tipica di noi italiani.
Rosa Mannetta
9 marzo 2014
Cultura e Società