Il libro di Enrico Del Gaudio si presenta con varie sfumature: i colori cangianti delle pagine incuriosiscono e conducono alla lettura con una certa sorpresa. Si parte con un’introduzione storica sull’origine di Ponte Della Persica, del professore Luca Iozzino. Una vigorosa nostalgia si riscontra nelle “Rimembranze D’Infanzia” dove l’autore scrive: “Chi come me ha vissuto gli anni tra il 1950 e il 1960, e chi come me, ha abitato in queste bellissime campagne di Schito….ricorderà con piacere quei tempi di ragazzo….”. Nostalgia innocente. Nostalgia compiacente. Nostalgia di un tempo in cui l’Italia, il nostro Paese, appariva con emozioni poetiche frammiste a realtà bucolica e agreste. Le pagine successive incantano perché alcune poesie, premiate nelle varie sezioni, esprimono sentimenti disparati e cangianti, commoventi e intensi. Nella sezione in lingua, nella poesia “L’approdo sicuro”, il poeta Franco Calzolari desidera che alla fine della sua esistenza, venga assistito dalla sua compagna di vita e da Dio. Al suo fianco vi è la sua donna, come porto sicuro e Dio, come approdo finale. Nella sezione “Speciale”, la poesia “Stella del mattino”, scritta da Davide Zaccaria, entra nel cuore con il verso “mamma tu sei la mia stella del mattino, sei la mia grande nostalgia”. Davide è un bambino che vede la mamma “come un angelo”: immagina di essere un neonato e di vederla al momento della sua venuta al mondo. Nella sezione in “Vernacolo”, la poesia “Addò jammo”, è un invito a vivere la vita in modo più realistico; il poeta Giuseppe Mauro con ironica constatazione, scrive: “addò currimme?”, un interrogativo che si riferisce alla corsa frenetica e inutile della quotidianità. La vita non è solo una corsa. Tra le “Pillole di Storia”, il racconto “Per grazia ricevuta”, sorprende perché si racconta del gesto “nobile” di un ufficiale tedesco verso alcuni ragazzi che avevano tentato “di prendere” dei sacchi di farina. Paci scriveva che “il tempo scorre come nel crepuscolo del giorno”. Il libro è il racconto del giorno, della vita che scorre.
Rosa Mannetta
26 febbraio 2015
Cultura e Società