Il primo ottobre a Siena nell’ambito dell’European Millennials Festival, sono intervenuti il poliedrico Oliviero Toscani e la scrittrice Claudia Galal. Questo evento ha riguardato i giovani e l’Europa, le forme di comunicazione, di espressione e linguaggi delle nuove generazioni. Il tutto ha rappresentato momenti di arte e di arte, ma anche di approfondimento e di crescita, crescita di intenti. Oliviero Toscani, per somme linee ha dichiarato: “Il problema nell’Europa non è l’Europa, ma siamo noi che manchiamo di immaginazione europea. Noi abbiamo varie contraddizioni, tra campanilismo e piccole realtà”. Parole importanti. Parole che evocano la nostra difficoltà ad entrare nel significato del termine “Europa”. La scrittrice Claudia Galal, rappresenta il ponte tra l’Italia e l’Egitto. Il suo recente libro: “Cairo Calling” descrive i 5 anni dalla rivolta del Gennaio del 2011, in Egitto. E’ il percorso di vite, di desideri in uno scenario che desidera il rinnovamento. Si respira il fluire del Nilo, si evocano le voci per i viali di Zamalek. Si ode quel fermento che ancora oggi scuote i giovani egiziani. Quel fermento verso gli ideali di libertà. G. Marcel scriveva: “Il problema è qualcosa che si incontra…”. E se iniziassimo a non avere paura dei problemi?
Rosa Mannetta
Elena La Verde
22 ottobre 2016 a 00:04
Cara Rosa Manetta, ho letto uno stralcio della tua storia. E’ la storia di una donna forte, colta, coraggiosa che avanza nella vita cercando di non essere calpestata dalle sue saette e massacrata dai contesti preposti a stabilire la giustizia in terra. Condivido la tua esperienza, in quanto donna adulta, lavoratrice ed emancipata negativamente nella frequentazione dei servizi sul territorio nazionale, il tuo sfogo, per non aver ottenuto, sino ad oggi, le risposte che, uno Stato di Diritto, deve fornire ai propri cittadini. E nel tuo caso, affiancandoli ed assistendoli pienamente in quanto “momentaneamente infragiliti” da una malattia che sappiamo essere brutale e talvolta devastante. Detto questo, devo anche riferirti che la tua storia, è anche storia di ordinaria ingiustizia, di ordinaria precarietà di un sistema “tutto italiano” a non salvaguardare il proprio popolo, soprattutto negli ultimi anni sottoposto ad un governo che, se non rasenta la dittatura, sicuro un apparato statale oligarchico! - A te va tutta la mia solidarietà di donna e di persona che, al par tuo ama la Parola Poetica, quindi la ricerca della Bellezza e della Verità. Tale ricerca, per chi è sensibile alla storia della narrazione, esplicita chiaramente, come l’uomo, da sempre, trova consolazione, appagamento, lealtà e giustizia, nella natura delle cose e non nella sua applicazione od osservazione, da parte della legge. In proposito, tengo a comunicarti che la storia della tua vita, è la tua stessa essenza e come testimone diretta di uno stato di precarietà fisica che vivi, insieme agli altri che incontri nella tua condizione, devi combattere, resistere e reagire, fino a cercare di ottenere le migliori risposte che possano consentirti il minor disagio possibile nell’espletamento delle tue funzioni di professionista e persona. Tengo anche a comunicarti che, nella mia esperienza di donna, madre, insegnante e figlia di persona malata, ho vissuto e vivo concretamente, fatti crudeli di malasanità e offese alla persona, come espresso nelle tue rimostranze sopraesposte. Queste delusioni, però, più che farmi retrocedere dal combattere, mi hanno reso maggiormente edotta nella capacità di capire, sapere e chiedere ciò che mi spetta. Ti lascio con un forte abbraccio complimenti per la tua ricerca poetica e, un in bocca al lupo grandissimo…. Alfonsina