Mi è pervenuta questa lettera: “Cara Rosa, hai tutta la mia stima. Mi rispecchio in ciò che scrivi. Ho sofferto. Ho avuto voglia di raccontarmi. Scusa se ti tedio, ma comprendi, avevo bisogno di far sentire la mia voce”. E poi, un’altra lettera: “Cara Rosa, ho maltrattamenti da amici e parenti. Mi dicono che mi nascondo dietro la malattia. Informa tutti che non è così”. Di fronte a queste testimonianze, non posso tacere. Il Natale è alle porte. Festeggeremo, noi che abbiamo ancora qualcosa da spendere. E poi si parla di Aleppo, della Siria. La Siria siamo noi, in Italia. Perché? Perché siamo chiusi nei nostri orti. Non abbiamo quel trasporto di cuore e di solidarietà umana. Giriamo la faccia di fronte al malato, di cancro e non. A volte, il malato di cancro, è trattato male a tutti i livelli: gli rivolgono una cattiveria che non ha giustifiche. Vergognati, persona spregevole che tratti male chi è in chemioterapia o in fase di follow-up. Vergognati, persona ributtante che maltratti il malato in genere. Vergognati, persona abietta che ti siedi a tavola, con gli occhi nel piatto, facendo finta di nulla: credi che la malattia non ti capiterà. Mai essere sicuri di ciò. Aleppo è ogni città del nostro bel Paese, retto dai soliti noti. Dai soliti che ci hanno ridotto in povertà. Grazie a voi, di questo Natale povero. Ma grazie, davvero. Che sia un Natale degno delle nostre anime!! Andiamo in chiesa a pregare Dio. Dio, ci amerà, se saremo veramente noi stessi. Non andate in chiesa, con l’ipocrisia nell’anima. C. Baudelaire scriveva: “L’arte è la mia femmina seducente”. Un mio aforisma: “Il messaggio deve essere trasmesso..”. Auguri di un vero Natale.
Rosa Mannetta
18 dicembre 2016
Cultura e Società