Pochi giorni fa, quattro ragazzini della “Avellino bene”, hanno dato fuoco ad un barbone. Perché hanno compiuto il gesto? Lo hanno “fatto per gioco”. Si gioca così con la vita di un senzatetto. Chiamiamo Oleg, senzatetto. Non diciamo “barbone”. Oleg si è salvato per miracolo. E poi di recente, è stata messa in evidenza nella galleria del Corso Vittorio Emanuele, la carcassa di un topo: nel salotto della città, ci sono ratti vaganti. Non mancano poi, qua è là, i cassonetti andati a fuoco. Bruciati e incendiati…chissà perché! Forse perché dobbiamo respirare diossina. Questo è il degrado di Avellino. E poi, esiste la mancanza di rispetto per chi combatte contro patologie gravissime. Mancanza di rispetto che avviene nelle belle famiglie, sui vari posti di lavoro, tra quelli che si definiscono amici e poi pugnalano, con sapienza chi si cura con terapie sperimentali. Questi “amici”, non hanno il coraggio di esprimere la loro ritrosia verso chi è in cura. Questa è barbarie! Questa è inciviltà assoluta. Questa è la città. La città, una giungla invivibile. Allen Ginsberg scriveva: “Non credo nelle vostre leggi”. Occorre partire dai valori dimenticati. Occorre eliminare questa inciviltà.
Rosa Mannetta
24 novembre 2017
Cultura e Società