Ho letto il libro di Umberto Lucarelli. Il nostro autore scrive: “Nel frattempo la sua libreria aveva cambiato diversi luoghi ma era rimasta sempre nel vicinato, era nata nel Vicolo Calusca….la libreria di Moroni era stata prima da una parte e poi dall’altra della piazza. Moroni diceva che era necessario fare una netta distinzione tra gli anni ’70 e il ’77”. Mi ha colpito un passo: “Sono stato travolto dagli anni ottanta che sono stati anni di risucchio”. In effetti, Vicolo Calusca descrive la città di Milano in pieno sessantotto: lo stesso autore è un giovane che vive in primis il fermento storico tra il 1968 e il 1977. L’ondata di risucchio degli anni ottanta ha distrutto l’idea del cambiamento. Alcuni protagonisti erano convolati in clandestinità e altri come scrive l’autore “si sono infilati nel Parlamento o si sono accomodati nei vari posti di comando”. Il libro è un’attenta analisi della realtà….e quando l’autore pensa: “Ho amato l’illusione di poter fare qualcosa per cambiare il mondo….il mondo non vuole essere cambiato”. E’ un’analisi vera che pone fine a qualsiasi credo favolistico. E’ la sua anima che parla con sofferenza e descrive un periodo tormentato della storia contemporanea. Nadia Campana scriveva: “Il ruscello ha molta fretta…”. E noi abbiamo avuto la fretta di dimenticare il sessantotto e le sue conseguenze positive o negative. Ed è una storia da non dimenticare.
Rosa Mannetta
18 aprile 2019
Cultura e Società