Ararat
Sto morendo al ricordo di te.
Le mie membra son perse nell’ade
e rivoli di carne della memoria mia
vengon traghettati da Caronte nell’oblio.
Sto sprofondando, io sto sprofondando
nel mio amplesso di rimembranze.
Sto implodendo, io sto implodendo
nella mia polveriera di collera e malinconia.
Ma ora riaccendo, con ceneri di ghiaccio, le mie ossa
e ritorno al respiro grazie al suon della tua voce.
“Ararat!”,
“Ararat!”,
“Ararat!”:
griderò al mondo al posto del tuo nome
perché sei per me distruzione e salvezza.
Carmine Gaita
6 settembre 2019
Cultura e Società